Di padre in figlia a Bogliasco

Dicono che tra i tanti caratteri ereditari che si trasmettono di padre in figlio attraverso il dna non ci sia il talento. Certo, l’essere figlio d’arte aiuta, ma non sempre basta per ricalcare le orme dei propri genitori. Eppure c’è una fotografia, scattata ieri ad Ostia subito dopo la vittoria dello scudetto da parte delle Under 15 del Bogliasco Bene, che sembra farsi beffe di questa ipotesi.

Una affianco all’altra, sotto l’abbraccio affettuoso e orgoglioso dei rispettivi papà, si vedono Linda Mannai, Dafne Bettini e Sofia Deserti fare sfoggio della medaglia d’oro appena conquistata con le compagne nelle acque della cittadina laziale.

Un’istantanea che ritrae tre campionissimi di ieri, tutti con il Bogliasco nel proprio curriculum, con tre possibili campionesse di domani, già pronte per raccoglierne il testimone e arricchire la bacheca di famiglia.

“Non credo sia una quesitone di dna, credo piuttosto che sia l’acqua di Bogliasco ad avere qualcosa di speciale – afferma sicuro Daniele Bettini, quasi come se stesse parlando della fonte miracolosa di Lourdes – Se ogni anno dalla Vassallo escono talenti praticamente a getto continuo il merito non può che essere di un sistema e di un’organizzazione che permette loro di esprimersi al meglio. Anche in questa lunga e difficile stagione le soddisfazioni sono state tante, segno che il lavoro svolto è quello giusto. Noi, in qualità di genitori, non facciamo altro che cercare di svolgere al meglio il nostro ruolo cercando di instradare i figli nella giusta direzione”.

Concetti che sembra condivivere anche un altro grande ex giocatore che con la calottina in testa ha vinto praticamente tutto e ora vede riverberare i propri trionfi negli occhi della sua primogenita: “Effettivamente è quanto meno singolare quanto accaduto – concorda Roberto Mannai – Anche io non credo che certe cose si trasmettano per via ereditaria ma che il grande merito vada attribuito a chi come Mario Sinatra sta facendo un lavoro straordinario e permette a queste ragazze di crescere come persone e come atlete. Raggiungere grandi vittorie a Bogliasco sembra essere all’ordine del giorno ma non è per nulla scontato ottenere risultati che altrove assumerebbero un’eco molto più vasta. Per noi genitori è una grande gioia affidare i nostri figli ad una società del genere. Ad Ostia sono state tutte fantastiche, vincendo con merito e giocando una grande pallanuoto, cosa spesso insolita a livello giovanile. Io sono sempre molto critico con Linda ma devo riconoscere che in finale è stata davvero molto brava. Come del resto tutte le sue compagne”.

Compagne come Sofia Deserti, figlia del campione del mondo di Shangai 2011 Arnaldo: “Il talento probabilmente non si può tramandare – spiega l’ex centroboa del Settebello,  neocampione di Svizzera con il Lugano – ma la passione certamente sì. E forse sta qui il segreto di questa foto. Ma se da dieci anni, almeno, Bogliasco è indiscutibilmente il miglior settore giovanile d’Italia le motivazioni non possono essere rintracciabili solo nell’educazione ricevuta dai genitori. Per me è un grande orgoglio vedere Sofia portare a casa la sua prima medaglia importante, speriamo sia l’inizio di una lunga serie. Il vero problema sarà adesso non fare ingelosire Agnese, la sorella più piccola, che peraltro sta già provando a seguire le sue gesta partendo dall’acquagol. Chissà che non si scateni tra loro una sana competizione che le possa portare entrambe a migliorarsi, applicarsi e divertirsi sempre di più in questo sport difficile ma meraviglioso che ogni giorno cerco di farli amare”.

Il talento non sta nei cromosomi, questo è certo. Ma avere in casa un genitore che sappia trasmettere con il proprio esempio il messaggio che per arrivare a certi traguardi sia indispensabile applicarsi con sacrificio, abnegazione e passione è forse l’eredità più grande che un campione può tramandare ai suoi figli.

 

Bogliasco 1951

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