RN Bogliasco: la dura rinuncia di Francesca Trucco: “Stop alla pallanuoto, voglio diventare medico”

Francesca come Eugenia. Dopo Dufour un altro pilastro del Bogliasco femminile appende la calottina al chiodo. Anche Trucco, proprio come il suo ultimo capitano, ha infatti preso la difficile decisione di uscire definitivamente dall’acqua per concentrarsi sul suo futuro professionale.

21 anni, iscritta al primo anno di Medicina, l’ormai ex numero 5 biancazzurro si è trovata ad un bivio cruciale del proprio avvenire, preferendo la propria formazione personale alla gioia di nuotare dietro ad un pallone: “Lo sport mi ha dato davvero tanto – racconta Francesca – sia come soddisfazioni in vasca che come crescita umana. Adesso però è arrivato il momento di pensare al mio futuro. Purtroppo la pallanuoto, soprattutto quella femminile, non ti consente di costruirti un domani sicuro. Per farlo devi avere un altro piano e il mio è quello di diventare medico. Ma per riuscirci ho bisogno di concentrarmi solo sullo studio. Sarebbe davvero impossibile farlo conciliare con gli allenamenti quotidiani, le partite e le trasferte. E così, seppur a malincuore, ho dovuto decidere quale fosse la mia priorità ed agire di conseguenza”.

Una scelta ponderata, quindi, e a lungo meditata. Ma non per questo meno dolorosa: “Paradossalmente la cosa che mi mancherà di più sarà proprio l’impegno quotidiano e in particolare il contatto con le mie compagne di squadra. La complicità che si era instaurata nel nostro gruppo era davvero qualcosa di speciale e so che non sarà facile rinunciarci. Però se un momento per smettere doveva arrivare forse era giusto che arrivasse adesso quando siamo giunte alla fine di un grande ciclo durato quattro splendidi anni”.

Aveva 8 anni Francesca quando per la prima volta ha preso in mano un pallone alla Vassallo e per i successivi sedici non l’ha più lasciato. Almeno fino ad oggi: “Ho cominciato a giocare quando andavo in terza elementare, appena mi è stata data la possibilità di andare con gli acquagol. Prima avevo fatto un paio di anni nella piscinetta per imparare a nuotare grazie agli insegnamenti di Francesco Zanza. Ma appena ho avuto l’occasione di fare quello che già faceva mia cugina Carola (Falconi, ndr) ho subito voluto spostarmi anch’io nella piscina grande”.

Tanti anni nelle varie rappresentative giovanili bogliaschine, poi cinque anni fa l’approdo in pianta stabile tra le grandi. Un percorso lungo e pieno di soddisfazioni, ripercorrendo il quale Francesca sceglie due momenti che più di tutti porterà con sé nella valigia dei ricordi: “Sono le due più importanti vittorie che ho ottenuto a livello di squadra. La prima è stato lo scudetto conquistato nel 2016 con l’Under 19 a Cosenza. Dopo averlo sfiorato negli anni precedenti, quella per me era l’ultima occasione per vincerlo perché l’anno successivo sarei salita di categoria. Quel successo ci ricompensò dei tanti bocconi amari ingoiati nelle stagioni precedenti. E poi giunse a poche settimane dall’altro grande trionfo, la Coppa Italia con la prima squadra. In quel caso la vittoria fu addirittura storica perché per la prima volta la bacheca del Bogliasco femminile poteva accogliere un trofeo così prestigioso”.

Ma in tante stagioni, come tutti gli sportivi, Francesca accanto a molte gioie ha collezionato anche altrettante delusioni. Da ogni frangente però ha saputo raccogliere la giusta lezione, facendone tesoro per il proprio avvenire: “Se avessi la possibilità di tornare indietro vorrei semplicemente rigiocare tutte le gare che ho perso – dice scherzando ma non troppo – Però è anche vero che alla fine le sconfitte sono maestre migliori delle vittorie e alla lunga impari ad apprezzarne il valore. In generale lo sport è una palestra di vita importantissima che comporta tante rinunce ma che ti insegna anche a porti degli obiettivi e a dare il massimo di te stessa per raggiungerli. Se oggi ho il sogno di diventare dottoressa è anche grazie all’impostazione mentale che mi ha regalato la pallanuoto”.

E allora auguri Francesca. Forse la pallanuoto italiana ha perso una potenziale campionessa ma siamo sicuri che tra qualche anno un tuo futuro paziente benedirà il giorno in cui decisi di abbandonare il pallone per imbracciare lo stetoscopio.

 

Bogliasco 1951

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