Comunicato Stampa Ortigia – Nota del Presidente Valerio Vancheri sui campi di Paddle Tennis – replica Baio

Valerio Vancheri

In merito alla replica del Dott. Salvo Baio sull’installazione dei campi di Paddle Tennis alla Cittadella dello Sport, e a beneficio del pubblico servizio d’informazione, il Circolo Canottieri Ortigia intende chiarire che:

– La facoltà di riqualificazione e di fornitura di servizi ulteriori da parte del Gestore è prevista al punto n. 5 del capitolato di servizio, allegato al Bando.

– E’ noto ai giuristi che le sentenze, oltre a risolvere il caso concreto, affermano e si basano su un principio di diritto, che si estende oltre la singola controversia. Nel caso in esame, il Consiglio di Stato ha statuito che per l’installazione di elementi mobili ancorati al terreno, che non implichino la realizzazione di opere edili, per la realizzazione di un impianto sportivo (poco importa se sia di calcetto, tennis, tamburello o altro) non è necessaria alcuna autorizzazione amministrativa.

Confidiamo sulla certezza che il Dott. Baio, peraltro in gioventù atleta dell’Ortigia, sia come suo stile animato da esigenze di trasparenza e che non sia portatore di interessi personali, diretti o indiretti. E siamo certi, dunque, che a questo punto, soddisfatto ogni suo dubbio, sarà anch’egli ben lieto di porre fine ad una polemica che ha già stancato gli sportivi siracusani.

 

Il Presidente del C.C. Ortigia
Valerio Vancheri

 

Riceviamo e pubblichiamo la replica di Salvo Baio

Il gestore della Cittadella dello Sport, dopo la nota di ieri, è intervenuto nuovamente oggi chiamandomi in causa personalmente. Devo premettere che anche io considero stucchevole la polemica sul paddle tennis, ma non arretrerò di un millimetro fino a quando non sarà fatta chiarezza su un punto per me cruciale e cioè se l'installazione dell'impianto è avvenuta o meno nel rispetto delle regole, pronto a chiedere scusa pubblicamente se dovesse essere accertata la regolarità e la legittimità dell'impianto stesso.

Il gestore, avvocato Vancheri, nella nota di ieri ha detto:" La convenzione con il Comune di Siracusa prevede che il concessionario ha la facoltà, a proprie spese, di utilizzare e rendere fruibile anche le aree in disuso al momento della consegna degli impianti." Ho già chiarito senza tema di smentita e lo ripeto ancora che nella convenzione di cui parla l'avvocato Vancheri non c'è nulla di tutto questo e  dunque è priva di qualsiasi fondamento la tesi secondo cui la costruzione dell'impianto di paddle tennis sia stata resa possibile da un punto inesistente della convenzione.

Con la nota di oggi la linea difensiva cambia e, rispondendo ad una mia richiesta di chiarimento, l'avvocato Vancheri si aggrappa al punto 5 della convenzione che, a suo dire, consentirebbe l'insediamento del paddle tennis anche senza autorizzazione. E' così? Assolutamente no. Il punto 5  della convenzione dice:"  Per la gestione di servizi previsti dalla convenzione e di altri servizi che vorrà svolgere compatibilmente con la gestione d'uso degli impianti, il gestore deve acquisire i permessi, le licenze e le autorizzazioni previste dalla vigente normativa".  Sfido chiunque a stabilire un nesso tra "la gestione di servizi" esistenti al momento della convenzione o collegati ad impianti anch'essi esistenti' e l'installazione di un nuovo impianto  ( cioè non esistente al momento della convenzione). Bisognerebbe inoltre arrampicarsi sugli specchi per dimostrare che "servizi" voglia dire impianti.

Quanto alla sentenza del Consiglio di Stato,  si vuole mettere sullo stesso piano la costruzione di un rudimentale campo di calcetto su un terreno privato ad opera degli stessi proprietari del terreno con la costruzione sul suolo pubblico, ripeto sul suolo pubblico, di un impianto sportivo privato? Vede avvocato Vancheri, quello che lei ha fatto in qualità di gestore della Cittadella dello Sport è evidente: ha installato  su un'area pubblica un impianto privato per l'esercizio di una attività sportiva a pagamento non ritenendo di dover chiedere neanche un permesso. L'analogia con il caso di cui alla sentenza del Consiglio di Stato mi pare del tutto fuori luogo.

Infine poiché lei parla di miei interessi diretti o indiretti, la invito pubblicamente a dire quali sarebbero questi miei interessi, visto che le affermazioni da lei fatte potrebbero essere calunniose.

Salvo Baio