Si ferma a Mosca la serie di risultati utili consecutivi, conquistati dall’An Brescia in Champions League: dopo cinque vittorie e due pareggi, in casa della Dynamo, nel decimo turno (terzo di ritorno) del girone A, la squadra di Sandro Bovo viene superata per 10 a 6 (3-3, 1-2, 2-1, 4-0, i parziali), al termine di un match molto duro sul piano fisico, rimasto, per tre quarti, in perfetta parità e segnato, da parte biancazzurra, da un progressivo calo di energie. Arrivata in terra russa dopo una settimana molto tribolata a causa di infortuni e malesseri, l’An parte con dodici giocatori a referto per l’attacco di febbre a 39 che, a ridosso della partenza, costringe a casa Pietro Figlioli. Davanti a un avversario motivato e ben attrezzato in ogni ruolo, le calottine bresciane fanno quadrato, giocando con buona intensità, pur non esprimendosi al meglio, e rimanendo decisamente in partita per tre tempi, nonostante un non brillante 4 su 10 con l’uomo in più. Il punteggio è un continuo rincorrersi tra le due formazioni, con grandi lotte sui due metri, ripartenze molto veloci e difese col coltello tra i denti (2 su 9, il dato delle inferiorità bresciane all’ultimo intervallo). A pagare i ritmi elevati è soprattutto l’An che, nella frazione conclusiva, non sfrutta neanche una delle quattro superiorità conquistate, non riuscendo a trovare la via del gol in parità e arrivando all’ultima sirena in nove giocatori a causa del raggiunto limite di falli di Nicholas Presciutti, Valentino Gallo e Valerio Rizzo.
«Sostanzialmente – commenta coach Bovo -, nei primi due tempi abbiamo giocato bene, poi sono emersi problemi nelle superiorità e, in difesa, abbiamo sofferto i loro centri. Anche l’attacco posizionale non è stato un granchè nei momenti clou, in più di un frangente c’è stata un po’ di confusione e, alla fine, gli errori son stati parecchi, così come i gol subiti. In ogni caso, non era una partita facile, la Dynamo ha tanta qualità ed è molto forte a livello fisico. Da parte nostra, siamo arrivati in fondo a una settimana segnata da vari inconvenienti, culminati con l’attacco febbrile di Pietro».
Ufficio Stampa AN Brescia