Pallanuoto e Cinema: passioni e turbamenti

[1x2pallanuoto]: Siamo ormai al 3° intervento del Dott. Vincenzo Molisso e, dal mio punto di vista, sono sempre più interessanti.

Trovo che arricchisca molto parlare, oltre che degli aspetti concreti dei risultati, anche di argomenti che facciano cultura partendo da questo sport.

Eventuali segnalazioni o integrazioni saranno gradite e girate all’autore.

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La vulgata vorrebbe che la pallanuoto avesse scarso appeal televisivo e conseguentemente cinematografico. Tale generalizzazione è stato per anni un leit motiv di molti addetti ai lavori sul motivo di un seguito di nicchia di questo meraviglioso sport. Se da una parte un fondo di verità vi è o meglio vi era, con lo sviluppo progressivo della tecnologia, con il passaggio dal bianco e nero al colore sino all’introduzione del digitale e dell’alta definizione, le immagini confuse d’antan sono ormai un mero ricordo.

E’ di un noto regista romano, Palombella rossa (1989) di e con Nanni Moretti (fig.1), il primo film giocato sulla metafora pallanuotistica e la crisi d’identità politica della sinistra. Chi scrive all’epoca ne ebbe uno shock in quanto il crollo dei regimi comunisti portarono ad una dolorosa presa di coscienza del popolo di sinistra con accenti da psicodramma collettivo.


(fig.1) una scena di Palombella Rossa

Le difficoltà del casting di veri pallanuotisti furono risolti grazie agli atleti di una squadra romana di serie B e a due campioni come il baffuto e compianto Mario Scotti Galletta e l’ungherese Imre Budavari. Il film che attraverso la metafora della pallanuoto rivela la perdita d’identità politica/ perdita della memoria del protagonista, Michele Apicella, funzionario del Pci e pallanuotista, dopo il crollo del comunismo di matrice sovcietica. Iconiche restano le scene dove l’allenatore della squadra di Apicella/Moretti, Silvio Orlando, chiama la marcatura su Budavari << marca Budavari, marca Budavari>> e la celebre scena del rigore del protagonista Apicella contro Mario Scotti Galletta.

Il tema della politica e del patto di Varsavia è al centro del bellissimo film-documentario prodotto da un mostro sacro di Hollywood, Quentin Tarantino [1];
Freedom’s Fury (2006) di Colin Keith Gray, (fig.2).

fig.2, locandina del film

La curiosità per questo film nasce proprio in relazione ad un primo storico “strappo” tra la sinistra storica ed un gruppo di intellettuali [2]. Nel 1956 l’Ungheria nazione del blocco orientale, passò sotto il controllo politico dell’Unione Sovietica. I magiari insorsero contro l’URSS in un tentativo di indipendenza che fu interrotto in poche settimane quando le truppe sovietiche occuparono con i carri armati il paese per sedare la rivolta democratica. Quello stesso anno, con il ricordo ancora vivido delle violente rappresaglie dell’invasione dell’URSS, sovietici e ungheresi si incontrarono su un altro campo di battaglia: l’ultima partita del girone finale valido per l’oro olimpico di pallanuoto ai Giochi Olimpici di Melbourne del 1956. Determinata a non cedere ai sovietici, la squadra ungherese gioò una partita aggressiva che fu descritta da molti come la gara di pallanuoto più violenta della storia delle Olimpiadi[3]. Il regista Colin Keith Gray ripercorre questi eventi topici della storia ungherese con il documentario Freedom’s Fury, che racconta le storie sia della rivoluzione ungherese che della squadra nazionale di pallanuoto contro l’Unione Sovietica, anche se solo nella competizione olimpica. La leggenda del nuoto olimpico Mark Spitz è voce narrante del film in lingua originale.

Stesso tema e stesso interesse per Szabadság Szerelem (2006) di Krisztina Goda.

La celebrazione del Bagno di sangue di Melbourne è diventato un elemento culturale utile a costruire una memoria collettiva  per le finalità politiche dei governi ungheresi degli ultimi anni. La trama del film, traducibile come Amore per la libertà, non è particolarmente originale e risente del coevo film-documentario Freedom’s Fury. Il film apre con una sconfitta della nazionale ungherese di pallanuoto a Mosca, dove Karcsi, l’attore Iván Feny, fuoriclasse della squadra ungherese è particolarmente arrabbiato a causa dell’arbitraggio, giudicato troppo favorevole ai sovietici. Szabadság szerelem, fu la pellicola più vista nelle sale ungheresi nel 2006 gradito al pubblico magiaro in coerenza con il crescente nazionalismo sfociato poi negli anni a seguire nei quattro governi Orban.

Di argomento in parte più leggero è la commedia francese:

Gamberetti per tutti (Les crevettes pailletées 2019) di Cédric Le Gallo e Maxime Govare (fig.3).


fig.3, una scena del film.

Ovviamente non solo la tematica politica ma anche i fenomeni di costume ovvero di malcostume nella odierna società, ha portato chi scrive ad interessarsi a questa deliziosa commedia. Dopo alcune dichiarazioni omofobe durante un’intervista, il campione di nuoto francese,Matthias Le Goff viene costretto dalla federazione nazionale ad allenare i “The Shiny Shrimps”, una squadra di pallanuoto gay. Tra divertenti gag e riflessioni serie sull’omofobia e sull’omosessualità nello sport e nella vita quotidiana nei mesi di preparazione, in vista dei Gay Games che si terranno in Croazia, Le Goff ha modo di cambiare i suoi punti di vista sulla tematica. Nel 2022 è uscito nelle sale francesi il sequel La Revanche des Crevettes pailletées, la rivincita dei gamberetti.

42 segundos (2022) di Alex Murrull e Dani de la Orden (fig.4).


fig.4, locandina del film

La curiosità per questo titolo è principalmente legata ad un cinico senso di piacere per la vittoria italiana e di conseguenza per la sconfitta dei padroni di casa spagnoli nella loro Olimpiade.

In realtà la trama si sviluppa con intrecci drammatici che vanno oltre l’evento sportivo. La pellicola verte sulla squadra nazionale spagnola di pallanuoto maschile impegnata ai Giochi Olimpici di Barcellona del 1992. Le storie parallele personali di Pedro García Aguado, alle prese con una dipendenza dalla cocaina, intrepretato da Jaime Lorente, il personaggio di Rio nella Casa di carta e Manel Estiarte, sconvolto dal suicidio della sorella, rappresenteranno l’elemento di coesione dei due.​ Le loro personalità opposte, uno dedito alla bella vita e Manel alquanto solitario, non impediscono ai due di trovare un’intesa costruita sulla sofferenza condivisa per i durissimi allenamenti imposti dall’allenatore Matutinović, Interessante è il contesto storico della vicenda, con le prime olimpiadi svolte su suolo spagnolo ma con la presenza tra i vessilli ufficiali della competizione della bandiera della Catalogna oltre che della Spagna a significare una nascente, o mai sopito, sentimento indipendentista dei catalan. Non a caso la finale contro il Settebello italiano vede la presenza sulle tribune della piscina Picornell tra i diecimila spettatori di re Juan Carlos che nella vittoria della formazione spagnola vede un’occasione per rinsaldare il sentimento nazionale spagnolo e spegnere gli ardori secessionisti. Tutto sembra andare per il verso giusto ma gli italiani e Nando Gandolfi ai supplementari non sono dello stesso avviso… il resto è epica.

Casuale invece è stata la scoperta di un film dove la pallanuoto rappresenta un elemento collaterale della trama: L’onda (2008) di Dennis Gansel, (fig.5): ambientato in un liceo tedesco un professore conduce un esperimento sociale, far rivivere agli studenti un nuovo terzo Reich dove egli stesso è il Fuhrer. Un ruolo fondamentale è rappresentato proprio dalla squadra liceale di pallanuoto che precedentemente accumulava sconfitte continue, con il nuovo regime e la condotta sportivamente violenta e sprezzante della squadra, incanala una serie di vittorie continue a costo di risvolti drammatici nella vita dei ragazzi.


fig.5, locandina del film.

In ultimo, potere di Youtube, non poteva certamente mancare il manga giapponese:

Re-Main メイン, (fig.6), una serie televisiva anime di genere spokon prodotta dallo studio MAPPA e trasmessa su TV Asahi nel 2021. La serie è stata inoltre pubblicata in simulcast con sottotitoli in italiano da Yamato Video sul canale YouTube Yamato Animation e su Prime Video con una settimana di differita[4]. Minato Kiyomizu campioncino u14 di pallanuoto subisce un incidente e per sei mesi resta in coma perdendo la memoria. La nemesi avviene attraverso la ripresa degli allenamenti di pallanuoto con il riaffiorire dei ricordi e dei fondamentali del gioco.


fig.6, un’immagine della serie.[5]

 

Vincenzo Molisso

[1] Quentin Jerome Tarantino (Knoxville, 27 marzo 1963) è un regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico e scrittore statunitense.
[2] 101 intellettuali vicini al PCI firmarono un J’accuse contro il PCI, tra questi: Luciano Cafagna, Alberto Caracciolo, Piero Melograni, Natalino Sapegno, Antonio Maccanico, Elio Petri, Mario Tronti, Paolo Spriano.
[3] La partita è nota come il bagno di sangue di Mebourne. Le due squadre avevano raggiunto il girone finale superando i propri gironi A (Unione Sovietica) e B (Ungheria). Nell’ultima giornata si trovarono di fronte in una vera e propria finale le due favorite e nel finale di partita, con l’Ungheria in ampio vantaggio per 4-0, l’ungherese Zádor e Prokopov si beccarono: il primo insultò la famiglia del secondo, il quale replicò definendo «fascisti» gli avversari per poi colpire Zádor con un pugno rompendogli l’arcata sopraccigliare. L’ungherese dovette abbandonare la contesa e nuotando per uscire dalla piscina, lasciò una lunga scia di sangue sull’acqua, la scena drammatica sgomentò i tifosi neutrali che abbandonarono gli spalti per tentare di aggredire i giocatori sovietici; scoppiò una rissa anche a bordo vasca e soltanto l’intervento della polizia salvò i sovietici dall’assalto dei 5500 spettatori, per la maggior parte australiani.
[4] Wikipedia.
[5] Immagine tratta da Animeclick.

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