A2 F – Cosernuoto Metà a lungo in vantaggio viene raggiunta e superata solo nel finale


Barbara Mameli e Venere Tortora

COSERNUOTO META’ – VELA N. ANCONA 8 – 9  (2-0;1-2;4-5;1-2)

COSERNUOTO: Fraticelli, Pipponzi, Sartorelli 2, Cicognani, Rastelli, Regoli V., Foschi, Regoli G., Tortora 4 (1 R), Mameli 1, Cicoria 1, Coleine, Caricaterra. TPV: Del Duca Marcello

VELA N. ANCONA: Borghetti, Strappato, Olofsoon, Santandrea 1, Ferretti, Mirleni, Di Martino, Ciampichetti 2, Bersacchia, De Matteis 2 (1 R), Altamura 4, Quattrini, Andreoni. TPV: Pace Milko

Arbitro: sig. Lombardo Giacomo
Superiorità: COSERNUOTO 4/10 + 1/1 TR; VELA N. ANCONA 4/12 + 1/2 TR
Usciti per limite di falli: Cicoria (CO) 4"43 III T.; Sartorelli (CO) 6"53 IV T.; Pipponzi 6"04 IV T.; Altamura (AN) 5"55 IV T.
Sequenza: 3-0, 3-2, 4-2, 4-5, 6-5, 6-7, 8-7, 8-9

Cosernuoto dominatrice ed in vantaggio fino a metà del terzo tempo, con le Anconetane in difficoltà nello sbrogliare una partita che sembrava essergli sfuggita di mano, messe in crisi dalla ragnatela difensiva organizzata da mister Del Duca e con una Fraticelli che, dopo aver parato un tiro di rigore ad Altamura, incitava le sue compagne a suon di parate determinanti.

Posta in palio altissima per entrambe le formazioni, anche se per motivi diversi, gara molto combattuta ma sempre nei limiti della massima lealtà sportiva.

A far scaldare gli animi dei pochi presenti un atteggiamento arbitrale assolutamente non consono con quanto visto in campo, con decisioni discutibili su entrambi i fronti.

Assolutamente fuori luogo, nel terzo tempo, l’espulsione del tecnico Del Duca, reo, in occasione di un tiro d’angolo per l’Ancona, di aver depositato la palla vicino alla zona di battuta anziché in mano alla giocatrice avversaria. Espulsione ingiustificata essendo entrambe le squadre perfettamente schierate.

Tutto questo nel momento in cui le Anconetane stavano producendo il maggiore sforzo per cercare di giungere al pareggio che arrivava puntualmente a 5”36 (4-4), a seguire anche il momentaneo vantaggio in doppia superiorità.

Ma non era finita, il direttore di gara interrompeva il gioco per trasferire il dirigente di servizio dalla panchina al tavolo della giuria “a garanzia dell’ordine pubblico”, dirigente che era costretto a lasciare la sua squadra in balia di se stessa.

Se 30 spettatori, tra cui molte donne e bambini, possono rappresentare una minaccia, oltretutto in uno dei pochi campi perfettamente a norma, dotato di transenne fisse su tutto il perimetro di gioco, se il tifo del pubblico che, giustamente, incita la propria squadra, può essere scambiato per qualcosa di diverso conviene lasciar perdere, meglio cambiare sport e, come diceva il buon Gino Bartali, “l’è tutto da rifare”.

Con la panchina ridotta ad un cumulo di “macerie”, tra uscite per limite di falli e senza un “direttore d’orchestra”, la Cosernuoto riusciva comunque a rimanere in partita ed a mantenere il punteggio in equilibrio fino alla fine, nel quarto, a 3”50, si portava addirittura nuovamente in vantaggio ma l’Ancona non si dava per vinta e si riportava sul 8 pari.

Il pareggio sembrava accontentare le due squadre ma, a 1”12, in superiorità, l’Ancona trovava un jolly dalla distanza con Santandrea con la palla che colpiva l’incrocio interno per poi depositarsi in rete.

A ’10 dalla fine Tortora aveva meno fortuna, colpiva il palo interno ma la palla rimaneva sulla linea.

Unica nota positiva che la Coser c’è e, nelle ultime due partite rimaste, visti anche i risultati dagli altri campi, ha l’obbligo di vincerle entrambe, cosa difficile ma non impossibile, la Coser di questo periodo è in grado di vincere contro chiunque.

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