In una stagione disgraziata come quella che sta andando a concludersi, in casa Bogliasco c’è comunque almeno un motivo per sorridere e guardare al futuro con ottimismo.
Quel motivo ha la faccia giovane e sbarbata di Giovanni Guidi, fratello e figlio d’arte alla sua prima annata da protagonista nella pallanuoto dei grandi. Aggregato alla formazione di Daniele Magalotti fin dal precampionato, il giovane mancino ha festeggiato lo scorso sabato contro il Posillipo del grande ex Tommy Negri la sua prima rete in A1. Una prodezza giunta al termine del quarto tempo ma subito replicata prima che arrivasse il suono della sirena di fine gara. Una doppietta da sogno, purtroppo non coronata al meglio dal risultato collettivo: “È stata davvero una grande gioia per me trovare i primi gol in Serie A1 – racconta il neodiciottenne – Quella di sabato resterà per sempre una giornata importante anche se ovviamente il risultato finale e soprattutto la classifica della squadra gli hanno dato un gusto un po’ troppo amaro. Mi restano comunque i tanti complimenti ricevuti in questi giorni che mi hanno fatto un enorme piacere. E per questi non posso che ringraziare coach Magalotti che mi ha dato la straordinaria opportunità di entrare in pianta stabile nella rosa della prima squadra”.
L’ennesima sconfitta stagionale dei biancazzurri rappresenta anche la fine delle speranze salvezza. Anche se, a dirla tutta, una piccolissima percentuale la matematica la regala ancora: “Sappiamo che a questo punto salvarsi diventa un’impresa quasi impossibile. Però non possiamo arrenderci perché per quanto minima la possibilità comunque esiste ancora. Ecco perché nel corso di questa settimana ci siamo allenati come sempre al massimo e anche sabato contro la Roma scenderemo in vasca convinti di poter fare bottino pieno. E lo stesso faremo anche tra due settimane con il Catania. Qualunque sia la nostra situazione di classifica”.
Onorare l’impegno fino in fondo è d’altronde uno degli obiettivi primari dello sport. Una filosofia che Giovanni sembra aver appreso in famiglia. Se dal punto di vista agonistico ad insegnargli tecniche e malizie ci pensa un compagno di squadra d’eccezione qual è suo fratello Mario, dall’altro è papà Ivo, ex portiere proprio del Bogliasco, a dispensargli consigli per approcciare in maniera corretta alle gare: “Mario si comporta davvero come un fratello maggiore, sia in acqua che fuori. I suggerimenti che mi dà sono sempre preziosissimi e avere la fortuna di giocare con lui è un’opportunità rara che in pochi possono vantare. Mio papà invece, avendo giocato in tutt’altro ruolo, preferisce cercare di aiutarmi dal punto di vista mentale, spiegandomi la giusta motivazione con cui si devono affrontare l’avvicinamento e lo sviluppo delle partite. In ogni caso sono entrambi molto importanti per me”.
E certamente lo saranno ancora nel corso di una carriera che ha appena scritto le sue prime pagine.
Bogliasco 1951