AN Brescia: l’analisi del difficile momento da parte di Sandro Bovo

In una situazione in cui i motivi di dolore, e le insicurezze, occupano ancora la maggior parte del vivere quotidiano, pensare al dopo emergenza coronavirus può anche sembrare un’idea balzana, qualcosa di scarsa utilità o, al massimo, uno spunto per distrarsi un poco. Però guardare avanti, seppur con l’animo segnato da tanta sofferenza, rientra nelle naturali predisposizioni del genere umano, tanto quanto l’istinto di sopravvivenza, e anche il punto di vista di chi si occupa di uno sport particolare coma la pallanuoto, può avere una sua valenza.

A quasi due mesi dall’ultimo impegno ufficiale (il 22 febbraio, l’andata della semifinale di Euro Cup, contro l’Eger) e a quasi un mese e mezzo dall’ultimo allenamento con la squadra, l’allenatore dell’An Brescia, Sandro Bovo, prova ad analizzare il momento: «Con il contagio tutt’altro che risolto, con ancora tanti, troppi, decessi registrati ogni giorno, i sentimenti che prevalgono sono il profondo dispiacere, pensando a chi non c’è più e alle sofferenze diffuse in tutta la comunità, e l’incertezza per quel sarà il domani. Per quel che riguarda il nostro ambito, l’esplosione del contagio è arrivata quando la stagione stava entrando nel vivo e il colpo è stato duro tanto quanto la preoccupazione che regna ora: in attesa di conoscere le decisioni della Fin e al di là degli esiti della riunione dei presidenti del massimo torneo nazionale, dubito che il campionato possa ripartire, e pure sulla ripresa di settembre-ottobre, ritengo che pendano delle grosse incognite e questo partendo dall’elementare considerazione che la pallanuoto è, e rimarrà, una disciplina di contatto, con tutto quel che ne consegue in termini di esposizione al rischio di contagio».

Idee di quello che sarà il post-emergenza? «Penso che la cosa fondamentale – risponde coach Bovo – sia adattarsi il più velocemente possibile, imparare a convivere, e quindi a non subire, una situazione simile. Proprio non vedo alternative: impegnarsi al massimo dando precedenza assoluta alla salute di tutti e alle attività lavorative».

Guardando al futuro del movimento pallanuotistico italiano, è stato ventilato il progetto di allargare a sedici squadre, la serie A1 maschile: può essere una buona idea? «Ampliare il numero dei team del torneo – replica Bovo – può servire a dare un nuovo slancio al nostro sport. Nel caso in cui venga ufficialmente annullata questa stagione, con il blocco delle retrocessioni e con l’inserimento di club con le giuste credenziali, il campionato potrebbe trovare nuovi entusiasmi innescando nuove motivazioni. Il periodo di pausa sarebbe da sfruttare per ritrovarci e discutere la riorganizzazione della pallanuoto: ripartire meglio di prima, questa è la speranza. Tornando all’allargamento dell’A1, penso che club ben strutturati e con solide risorse, potrebbero portare nuove energie, nuova linfa, a tutto l’ambiente. Già quest’anno, con Palermo e Salerno, abbiamo avuto una bella iniezione di nuovi entusiasmi, se poi pensiamo a una piazza come il Quinto, uno scenario con tante squadre dove può essere un vero piacere trovarsi a giocare, rappresenta senz’altro un’ottima condizione. Poi è evidente, come fattore esterno, che il governo deve favorire gli aiuti allo sport, deve fare in modo che le aziende siano incentivate a diventare sponsor, a sostenere le società il cui ruolo primario è creare le condizioni per la crescita dei giovani, curare le basi dello sport nazionale, compito, quest’ultimo, che è di grande interesse per tutta la collettività. Queste sono solo ipotesi, il quadro rimane molto incerto, però ritengo doveroso sfruttare la crisi per rimetterci in moto meglio di prima».

 

Ufficio Stampa AN brescia

image_pdfSalva in PDFimage_printStampa il contenuto